Qualcosa su di me

La mia vita tra medicina, pittura e collezionismo

Autodidatta. Sin da giovanissimo dimostra spiccata vocazione per le arti figurative con predilezione per la pittura “en plein air”, che coltiverà poi per tutta la vita.

Dall’età di 18 anni lavora per un biennio come pittore ceramista alla “Ker Artis” di Padova. Si laurea in medicina, diventando un affermato ortopedico. Appassionato collezionista si interessa di Ex Libris e grafica.

Già socio della  Promotrice delle Belle Arti di Torino

Da metà anni sessanta allestisce mostre  personali e partecipa a collettive  nazionali.

Dicono di lui

   i colori, mai stridenti, sono quelli della nostra terra, luminosi, vivi, sanguigni… miscelati con una solare maestria…

Siro Marziali, 1973

Frigo appartiene a quel ristretto gruppo di artisti che riesce a dire cose meravigliose  con un lessico semplice e facile….  Ha una tavolozza ricca senza essere esuberante che la sua sensibilità pittorica ancora trattiene dando più spazio possibile alla interiorità del paesaggio che non alla sua vistosità epidermica.

R. Cavanna, maggio 1981

Dai post-impressionisti Frigo ha imparato ad amare la pittura di paesaggio dal vero, mentre dagli antichi pittori veneti ha assunto la ricca gamma cromatica e il tocco rapido e descrittivo. Elementi indispensabili per fissare rapidamente sulla tela, attraverso il segno e il colore,le emozioni improvvise che il paesaggio e la natura ci dispensano per brevi momenti.

Rino Tacchella, 2004

Avverti in lui il sicuro possesso di un mezzo espressivo che gli permette l’affettuoso colloquio col cielo, il mare, la terra, l’albero, nella visione di un mondo in cui l’uomo  ritrova la sua più vera dimensione.

Pennone, marzo 1975

Frigo è innamorato del paesaggio, esclude dai suoi quadri i soggetti “importanti”, preferisce il motivo che ha valore come pretesto per dipingere, con una scelta che intende privilegiare il solo elemento della luce.

Arturo Vercellino, 2001

Pennellata distesa, taglio di quadro di tipo tradizionale, visione serena, ne sono le note dominanti.

da “Il Secolo XIX” del 15/8/75

Nell’autonoma attualità dei paesaggi di Frigo troveremo…il sicuro ancorarsi ad una scelta di dignità formale che, nel suo ripetere le lezioni del passato, evoca l’autentico artigianato del colore, e il suo voler essere nella storia,e nella storia della tecnica espressiva.

Maria Santa Urso, 1977

  …la freschezza e il fascino delle sue composizioni, capaci di toccare l’anima e trasmettere , come una illuminazione improvvisa, le suggestioni di cui sono intrise.

Arturo Vercellino, 2005

E se è vero che la pittura di Frigo è in qualche modo piacevolmente influenzata dall’Impressionismo, specie per l’attenzione, davvero meticolosa, riservata alle scansioni timbrico-coloristiche, è parimenti vero che la sua adesione al celebre movimento artistico d’origine francese non si risolve in una sorta di tautologico  hommage allo stesso, ma anzi si configura per una cifra stilisticamente autonoma e molto personale.

Simone Fappanni, 2006

Pittore per vocazione,al di fuori di schieramenti ed interessi precostituiti, che risponde – del proprio lavoro – soltanto dinanzi a se stesso e il cui scopo è esclusivamente quello di esprimere quanto di poesia  e di verità egli riesce a cogliere  della realtà circostante.

Marcello Venturi, maggio 1981

…la possibilità di dedicarsi al dipingere en plein air, al paesaggio, colto nella sua immediatezza di luci ed ombre,  cromatismi che sfumano velocemente  e che Frigo ama registrare in tempi brevi, in quadri di dimensioni tali da consentirgli di terminarli in poche ore…

Maria Luisa Caffarelli, Il “Piccolo” 22/8/2001

Poeta di colori, di ansie di cieli, di livori autunnali, di giubili estivi, di cortine di nubi e colline percorse dal genio della stagione.

Riccardo Brondolo, 2011